Da Antonio Citti:


Care amiche e cari amici escursionisti,

           così presi dalle vicende Alitalia che coinvolgono migliaia di lavoratori e ancora più utenti, angosciati dalla continua sequela di aumenti di tutte le tariffe a fronte di un sostanziale arretramento della nostra capacità di spesa e dall'aumento quasi esponenziale delle notizie di furti truffe assassinii e bande di drogati alcolizzati camorristi satanisti scorrazzanti e senza voler polemizzare con le rutilanti promesse di una splendida annata dopo la sconfitta bruciante del litigioso vecchio governo incapace di dare credibilità alle proprie proposte su come gestire la crisi italiana, ci siamo lasciati alle spalle una notizia drammatica:

la Terra ha finito le risorse a disposizione

il 23 settembre è stato proclamato l'Earth Overshoot Day, il giorno della bancarotta ecologica.

Da domani, dunque, saremo in debito con il nostro pianeta. Ovvero consumeremo più risorse di quelle che la natura fornisce in modo rinnovabile.

Ma la situazione è ben più grave di un semplice calcolo a tavolino. Secondo gli scienziati, il genere umano sta consumando tutto il capitale biologico accumulato in oltre tre miliardi di anni di evoluzione della vita. Anzi, l'umanità sopravviverebbe solo grazie a "prestiti" chiesti alle generazioni future.

Per millenni l'impatto dell'umanità, a livello globale, è stato irrilevante. Troppo esiguo rispetto ai grandi eventi naturali che hanno modellato il pianeta. Ma, con la crescita esponenziale della popolazione (passata dagli 1,6 miliardi di inizio Novecento a 6 miliardi del Duemila), con i consumi energetici aumentati di 16 volte, il quadro è decisamente mutato. La nostra influenza sul pianeta è molto più rilevante.

Nel 1961 metà della Terra era sufficiente a soddisfare le necessità umane. Ma già dal 1986 l'umanità ha utilizzato più risorse di quelle offerte dal pianeta. Il grosso problema è arrivato alla metà degli anni Novanta. Nel 1995, le possibilità della Terra erano già finite il 21 novembre: la popolazione mondiale aveva letteralmente "divorato" legname, animali, verdure. In quantità tali da andar ben oltre la capacità degli ecosistemi di rigenerarsi.

Quest'anno, stando sempre al calcolo degli scienziati, consumiamo quasi il 40 per cento in più di quanto la natura può offrire senza impoverirsi. E secondo le proiezioni delle Nazioni Unite, nel 2050 non arriveremo neanche a metà anno. E' come se ci servissero due Terre per sopravvivere.
(pubblicato su www.scienze.tv/node/4312

Se la crisi economica in USA sta mostrando il sostanziale fallimento della visione consumistica della società e anche Bush, simbolo stesso del profitto privato elevato a sistema, è costretto a soluzioni "socialiste" come la nazionalizzazione delle società assicurative decotte dalla crisi dei mutui, non dovremmo cercare di ragionare prima di continuare a infilarci nel tunnel dello spreco a favore di pochi privilegiati contro l'impoverimento dei molti e lo spettro della fame come prospettiva per tutto il mondo?

In genere i veri escursionisti sono abituati ad essere sobri in tutto, dall'essenzialità dei pesi da portare alla sostanzialità degli obbiettivi alla progettazione condivisa delle mete e dei mezzi per raggiungerle, affidandosi dove serve e quando serve ad esperti e professionisti, fuggendo come la peste i chiacchieroni e le spese inutili. E' vero però che anche tra noi sono in calo netto i viaggiatori, mentre aumentano i turisti. Un viaggiatore privilegia l'andare all'arrivare, l'incontro, il contatto, la vista di nuovi orizzonti attraverso gli occhi di chi ci è nato e ci vive.... sentite cosa scrive Immacolata che venerdi è arrivata a Roma dopo aver compiuto un viaggio a piedi di centinaia di km sulla via Francigena partendo da Canterbury : ...tutti noi "costruttori di ponti" lavoriamo ad un fine comune e, sia che ci incamminiamo per centinaia di km con uno zaino sulle spalle, sia che lavoriamo fermi in un luogo per costruire ponti tra modi di essere, pensare e vivere diversi, siamo comunque pellegrini nel cammino della vita, alla ricerca di noi stessi, dell'incontro con l'altro, del senso di fratellanza e contatto con la divina scintilla dentro e fuori di noi....

A volte questo è possibile, a volte no. Forse abbiamo creato stavolta un'occasione per gettare un ponte e scoprire una realtà poco conosciuta e quasi remota tra i paesi che costellano le sponde e le montagne intorno al lago del Salto. Ecco la nostra proposta :

SABATO 4 e DOMENICA 5 OTTOBRE