Come valorizzare il ns territorio e crescere economicamente senza santuri e inquinamento...

Con un superficie di appena 19 km2, Oriolo Romano è un caso assai raro di presenza di ambienti naturali assai eterogenei e di elevato pregio ambientale: dalla macchia mediterranea all'ambiente "maremmano" per arrivare a quello pedemontano delle faggete, presenti negli appennini a quote intorno agli 800-1000 m.

In un econosistema così complesso e fragile abbiamo assistito in questi decenni alla crescita del paese concentrata esclusivamente sulla cubatura di prime e seconde case. Ad Oriolo la crescita costante dei residenti, avvenuta negli ultimi 25 anni, è pari al 70% ed ha comportato un cambiamento dell'assetto urbanistico in quanto il solo centro storico non è stato in grado di assorbire una così repentina crescita di popolazione. A partire dagli anni '80 sono sorte nuove zone residenziali situate nella periferia del paese in grado di ospitare oggi più di duemila persone contro le novecento che ospita il centro storico.

Il nuovo assetto urbanistico del paese comporta alcuni evidenti svantaggi in termini di impatto ambientale e socio-economico: preme sulle aree limitrofe confinanti di elevato pregio faunistico ed ambientale (il viale delle “Olmate”, la “Faggeta” di M.te Raschio, il “Pascolaro” della UA, ecc.), comporta un evidente aumento di emissioni di CO2 e, in considerazione della piccola superficie del territorio comunale di 19 km², porta ad esaurimento la capacità di sviluppo del tessuto economico locale, principalmente rappresentato da piccole imprese artigianali.

Peraltro, il fenomeno è così diffuso anche nei centri abitati limitrofi  da aver cambiato i connotati del ns paesaggio. A fronte di ciò i servizi stentano ad adeguarsi:
- gli assi viari stradali sono quelli del tempo di Pio IX (1870);
- la ferrovia, pur i numerosi restyaling, non risponde alle esigenze di comunicazione dei ns paesi ma a quelle esclusivamente di Roma (le 18 fermate tra Oriolo e Roma Ostiense sono troppe!).

Inoltre, l'aumento dei residenti, a volte con punte del 50-70% provoca inevitabilmente una pressione ambientale difficilmente ecosostenibile:
- il traffico veicolare è triplicato;
- le emissioni di CO2 da edifici e trasporti sono aumentate;
- la captazione di acqua per gli acquedotti sta progressivamente abbassando le falde freatiche;
- in passato la costruzione delle tantissime case agricole con fosse a dispersione come  quelle di tipo asettico spesso crea l'inquinamento delle falde dove si approviggianono le acquedotti.

Inoltre, a presenza di altre realtà ad elevato impatto ambientale. La centrale a carbone di Civitavecchia, che produrrà 100.000.000 di tonnellate/anno di CO2 e il futuro aeroporto a Viterbo, in cui ogni aereo in decollo produrrà 9 altre tonnellate di CO2; sarà inevitabile che il follout interessi anche il ns territorio.

Ed infatti, solo in base a logiche di lobby e non di buon governo, si può spiegare come la Provincia di Viterbo promulghi un ordine del giorno di censura per Civitavecchia, a tutela della salute, e conteporaneamente si faccia in quattro per l'aeroporto, che oltre all'inquinamento di CO2 comporta anche quello acustico (si guardi http://www.comune.ciampino.roma.it/notizie/studio_salute.htm e http://www.comitatoaeroportociampino.it/). Per la cronaca: appena avuta la notizia dell'attribuzione a Viterbo dell'aeroporto, il Consiglio Comunale di Ciampino si è riunito in seduta straordinaria per brindare all'evento.

Tutto ciò, ovvero il degrado ambientale e il depauperamento del territorio derivante dal cemento, l'aumento dell'inquinamento di cui sopra con i connessi rischi per la salute, sarebbe comunque auspicabile e accettabile in quanto creerà nuovi posti di lavoro e sossterrà l'economia locale.

Domanda: i ns politi ed amministratori in quale millennio vivono? Da come agiscono, sembra si siano attestati all'inizio delle rivoluzione industriale!

In base agli accordi internazionali sottoscritti, l'Italia entro il 2012 dovrà ridurre le proprio emissioni di CO2 di 100 milioni di tonnellate, pari al 6,5% rispetto ai livelli del 1990, ed entro il 2020 di una riduzione del 20%. La non applicazione dell'accordo di Kyoto costa all'Italia circa 5 milioni di euro al giorno. In pratica: le nazioni che non rispetteranno quell’impegno saranno costretti a pagare una multa che, per non creare un buco nel bilancio, porterebbe ad aumentare il carico fiscale oppure a tagliare alcune spese... altro che sviluppo economico!

Secondo Marco Borghetti, professore di ecologia delle foreste all’Università della Basilicata, considerato uno dei massimi esperti dei modelli che studiano l’evoluzione del territorio, c’è in atto un cambiamento del paessaggio italiano, legato al riscaldamento del clima, che potrebbe mettere in crisi le latifoglie, che hanno più bisogno di acqua, e cioè acero, nocciolo e soprattutto faggio... (CorSera 14/02/2008)


Mi sembra abbastanza evidente che le politiche di sviluppo fino ad oggi proposte siano datate e vecchie, ma soprattutto inadeguate al ns tempo e non rispondenti ad alcune fondamentali ed irrinunciabili rischieste:

- abbattimento di CO2
- risparmio energetico
- disincentivo di combustibili fossili
- tutela dell'ambiente
- la tutela della salute

I ns politi ed amministratori fanno veramente poco, per non dire nulla, rispetto a questi qualificati punti:
- non vedo ad es. l'individuazione di nuovi strumenti normativi per progettare e gestire il territorio in maniera ecologicamente consapevole;
- non si parla di bilancio comunale di CO2;
- non si introduce l'obbligo di interventi di compensazione dell'emissione di CO2 per interventi di infrastrutture tecnologiche, in particolare strade ed illuminazione pubblica, con materiali riciclati ed ecosostenibili ad emissione 0;
- non si parla di individuazione e realizzazione di aree pubbliche e private per la captazione di CO2 ad es. tramite l’adozione degli interventi di compensazione fotosintetici;
- non si chiede la valutazione di CO2 derivante dalle nuove edificazioni né la compensazione di CO2 prodotta attraverso meccanismi di compensazione fotosintetici e di sequestro di CO2 da parte degli organismi autotrofi (parchi, boschi di Kyoto, ecc.).

I promessi posti di lavoro, se vogliamo consegnare ai ns figli e alle future generazioni un mondo ancora vivibile, devono necessariamente scaturire da queste nuove esigenze, cioè:

- dal risanamento energetico degli edifici pubblici esistenti;
- dalla realizzazione per le nuove edificazioni di sistemi energetici da fonti rinnovabili;
- dalla certificazione di edificio ad emissioni 0 nelle aree di nuove edificazione, sia di edilizia popolare che residenziale, dando particolare risalto alla realizzazione di impianti che utilizzano fonti rinnovabili, recupero delle acque meteoriche;
- dalla riduzione dei flussi veicolari attuali in funzione della diminuzione dell’impatto di CO2.

Il santuario per un papa (non ancora santo) non è altro che il riproporsi di questa vecchia e becera politica che arricchisce i pochi e fa sopravvivere i tanti, almeno finché c'è la salute!

"Immagino Oriolo come la San Sepolcro della Tuscia.........con 10 ettari di alberi in più ed un santuario per un non santo in meno"

Dino Michelini

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